Giappone Alla scoperta del sakè

L'opinione del comitato

Ampiamente apprezzato da sommelier, ristoratori e intenditori, in questi ultimi anni il sakè si è fatto spazio tra le tavole occidentali... Oggi le grandi distillerie giapponesi offrono un'ampia varietà di sakè, un fenomeno di cui abbiamo colto l'occasione per addentrarci in questo particolarissimo universo.

Non filtrato, ottenuto a partire dall'acqua di sorgente di Nagano che sgorga dal cuore della montagna, il Saké Banjo Jozo Eau du Désir Kuheiji 50 Junmai Dai Ginjo 2019 è una versione moderna di questa ancestrale bevanda, le cui origini risalgono alla Cina del 3° secoldo dC, e dell'arte della fermentazione del riso. A base di riso biologico levigato al 50%, si tratta di un sakè "per tutti i giorni". I sentori di buccia di pesca, pepe bianco, sedano e fiori bianchi lasciano spazio in bocca a una trama sottile, minerale, finemente sapida. Accompagnerà idealmente una cucina a base di pesce crudo o fritto o salmone affumicato.

Il Sakè Sakura-Masamune GI Nadagogo Junmai Tokubetsu 65 è prodotto a partire dalla varietà di riso più famosa del paese: lo Yamadanishiki, con tasso di levigatura del 65%. Le note di radice e anguria si aprono in bocca lasciando una leggera amarezza. La distilleria che lo produce è una delle più antiche e famose del paese, fondata nel 1625.

Prodotto a partire dallo Yukimegami, una varietà di riso autoctono della regione di Yamagata con un tasso di levigatura del 38%, il Saké Faucon GI Nihonshu Junmai Daiginjo 38 sprigiona un'estrema purezza. Un succo fruttato, fine e ricco di sfumature, con note fresche di anguria, anice e finocchio. La precisione deo sapori e la delicatezza sono garantiti da una delle più antiche distillerie di sakè dell'arcipelago, che coltiva le proprie varietà locali di riso.

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